Tra le altre cose, mi è capitato di studiare un modello quantitativo per la riduzione del metabolismo di B. burgdorferi quando il batterio è esposto a sostanze per lui tossiche, come la doxiciclina. Infatti è così che la spirocheta si difende e sopravvive alla doxiciclina: diminuisce il suo metabolismo (Sharma, B et al. 2015) e si gonfia, riducendo il rapporto superficie/volume di circa 6 volte (Maccallini, P).
Ebbene, ieri stavo riguardando la soluzione del sistema di equazioni che ho usato per descrivere la velocità del metabolismo di una colonia di spirochete, e ho capito. Quello che stavo osservando, tra il confuso e lo stupidamente compiaciuto, era il dauer di Naviaux, l’ipometabolismo dei mitocondri descritto da Robert Naviaux nel recente articolo sul metabolismo dei pazienti CFS! Più precisamente, avevo descritto l’ipometabolismo di B. burgdorferi, il dauer di questa spirocheta.
Quello che voglio dire è che il dauer viene dai batteri, è una loro strategia di sopravvivenza. I mitocondri, che furono batteri, lo hanno ereditato dalle pieghe oscure del Precambriano, da anonimi procarioti di cui la Terra ha perduto memoria da più di 3 miliardi di anni. Il dauer è vecchio come la vita stessa. E’ la sua nemesi, ma anche il suo umbratile custode.

E’ una forza della natura, quel mostro che tante volte ho rappresentato nei miei disegni, col volto coperto da una faccia di teschio. Adesso è una formula, con esponenziali di matrici e tanti parametri da definire, sul monitor del mio computer. E forse non fa più così paura.

L’ha ribloggato su nicol blog.
LikeLike