Introduzione
In quanto segue si farà riferimento alle definizioni e nozioni sulla coltura di B. burgdorferi già esposte in questo post, che richiamo qui brevemente. La coltura batterica tipo di B. burgdorferi utilizza il ceppo B31, che viene fatto cescere su terreno di Barbour-Stoner-Kelly (BSK), in incubatore microaerofilo, a 33°C e 5% di CO2. La coltura (figura 1) va incontro a una fase di crescita (Log phase) nei primi 5-6 giorni, poi si stabilizza (stationary phase). Ma mano che passano i giorni, la percentuale di batteri persistenti aumenta.
Figura 1. La fase di crescita dura 5-6 giorni. Quindi il numero di esemplari nella colonia diventa costante. Da (Feng J et al. 2014).
I migliori 27
Un gruppo della John Hopkins University – finanziato dalla Global Lyme Alliance – ha intrapreso da un paio di anni la ricerca di nuove cure per le forme persistenti di B. burgdorferi, ovvero quei batteri che si formano in coltura durante la fase stazionaria e contro i quali farmaci come la doxiciclina e l’amoxicillina hanno poca efficacia. Nel 2014 il gruppo ha esaminato 1524 farmaci con approvazione FDA, trovando 165 molecole con attività anti-persistenti maggiore di quella di doxiciclina e amoxicillina. Tra questi – secondo vari criteri – ha selezionato 27 molecole ritenute le migliori candidate per future terapie contro la Lyme (figura 2) (Feng J et al. 2014). I farmaci in figura sono stati somministrati per 7 giorni a una coltura batterica stazionaria (vecchia di 7 giorni). Quindi sono state contate le cellule residue (a destra nella figura). Come si vede la doxiciclina e la amoxicillina presentano la peggiore attività antibiotica (insieme alla azitromicina e alla claritromicina). Il ceftriaxone si conferma un buon farmaco, battuto però da daptomicina e dal cefoperaxone (un’altra cefalosporina). E’ interessante notare che l’inefficacia della doxiciclina e della claritromicina in vitro è confermata – in vivo – in un recente studio sulle forme croniche di Lyme neigli esseri umani, studio che ho discusso in qusto post.
Figura 2. In rosso i migliori farmaci anti-persistenti, in nero i peggiori. Da (Feng J et al. 2014), con modifiche.
Osservazioni
Risultati come quelli indicati in figura 2 non sono sufficienti a fare una classifica tra i farmaci, e non indicano quale sia effettivamente il miglior antibiotico nella infezione umana da B. burgdorferi. Infatti, al fine di avere un buon antibiotico non solo dobbiamo avere un farmaco che uccida il maggior numero di batteri possibili in provetta, ma il farmaco deve anche soddisfare le altre seguenti caratteristiche:
- deve avere una buona penetrazione nei tessuti (in particolare nel cervello) e nelle cellule;
- deve avere una concentrazione inibitoria minima (MIC) sufficientemente bassa da essere tollerato da un essere umano.
Dunque ulteriori studi sono necessari. Studi che questo gruppo ( e altri) stanno già facendo.
Approfondimenti
- In questo post troverete riferimenti ad altri possibili approcci terapeutici per le forme persistenti di B. burgdorferi.
- In questo post parlo dell’uso di amoxicillina e ceftriaxone pulsati come terapia per le forme persistenti.
- In questo post discuto la possibile utilità dell’estratto di foglia intera di Stevia rebaudiana per le forme persistenti di B. burgdorferi.
- In questo post parlo di terapie che NON sembrano funzionare nella Lyme cronica.
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