Sto nuovamente deteriorando cognitivamente, dopo una vacanza di faticosa normalità, di vita intellettiva pseudo-normale. So cosa mi aspetta, so che posso farci poco o nulla, e che da ora in poi – per non so quanti mesi o anni – non saprò badare a me stesso, se non per bisogni elementari. Tutti i progetti sfumano, come sempre, come in una maledizione, mentre la mia vita mentale si riduce a qualcosa di molto semplice e primitivo.

Difficile descrivere cosa si prova a scomparire, specialmente ora che ho perso le parole. Ma qualcuno lo ha fatto per me. Un film, intitolato Charlie, tratto dal romanzo “Fiori per Algernon” parla di questo.

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