In questo video su una commissione dell’U.S. Department of Health and Human Services (HHS) sulla ME/CFS, uno degli oratori (dr. Gary Kaplan) denuncia il fatto che alcuni dei pazienti subiscono maltrattamenti da parte dei propri medici, tanto da sviluppare un disturbo post-traumatico da stress (PTSD, post-traumatic stress disorder, quello che si può riscontrare in donne che subisco violenza sessuale o nei sopravvissuti a catastrofi o a guerre, per intenderci).
Il problema della ostilità del personale medico nei confronti dei pazienti ME/CFS è stato sollevato anche nella revisione della letteratura del 2015 ad opera dell’Institute of Medicine, dove si legge “Once diagnosed, patients often complain of receiving hostility from their health care provider as well as being subjected to treatment strategies that exacerbate their symptoms“.
Credo che questa ostilità e il pericolo di traumi ulteriori per i pazienti sia un problema anche in Italia, se vado con la memoria ai medici con cui ho avuto a che fare io negli ultimi 16 anni. Probabilmente il maltrattamento avviene ai danni dei pazienti più deboli e soli, soprattutto giovani e donne.
E si può aggiungere che a volte questi stessi abusi vengono perpetrati da parenti e amici, nel chiuso delle case, nell’omertà generale. I pazienti non sanno come difendersi perché non riescono a “dimostrare” la propria disabilità (perché è difficile obiettivamente, sebbene possibile in un certo numero di casi). A volte si sentono in colpa, perché essi stessi finiscono per dubitare della propria malattia, visto che questa è negata da tutti coloro che li circondano, dai medici ai congiunti.
La risposta migliore all’arroganza di questi individui è la scienza, con cui non hanno molta dimestichezza, come il loro approccio dogmatico evidenzia. Inoltre bisogna anche imparare a deunciare, e a chiedere aiuto nel caso si verifichino episodi di questo tipo.