Per ottimizzare i test sierologici in termini di sensibilità e specificità, si adotta in Europa, quanto negli Stati Uniti, un algoritmo a due livelli (vedi Figura 1). Il primo livello è costituito da un test ad alta sensibilità (il test ELISA); coloro che sono negativi a questo test vengono considerati sieronegativi, coloro che sono positivi accedono a un test di secondo livello altamente specifico (il western blot), il cui scopo è quello di minimizzare il numero di falsi positivi (Wilske B. et al. 2007).

In Tabella 1 sono riportati i dati statistici relativi a un test a due livelli in cui il primo livello è rappresentato da un test ELISA con antigeni ottenuti da sonicato da cellula intera di Borrelia afzelii per le IgM, con aggiunta di VlsE ricombinate da B. afzelii, B. garinii e B. burgdorferi ss per le IgG; il secondo livello è invece costituito da un western blot i cui antigeni sono proteine estratte da B. burgdorferi ss (ceppo B31) e da Borrelia afzelii (ceppo PKo) con aggiunta di VlsE ricombinate da B burgdorferi ss (ceppo B31) (Branda JA. et al. 2013). Si può notare che con questa procedura si ha un 12% di falsi negativi nel gruppo neuroborreliosi e una percentuale di falsi positivi sempre minore del 2%.

A conclusione di questo paragrafo, si segnala che nel 2011 i CDC hanno modificato le loro raccomandazioni, includendo la possibilità dell’uso diretto di un immunoblot per le IgG, senza passare per il test di primo livello (R).
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