Per la maggior parte del mio tempo sono relegato fuori del tempo, ma non per l’isolamento fisico, quanto per il fatto di essere chiuso all’esterno della mia mente, senza chiavi e sprovvisto di qualunque attrezzo per scassinare gli accessi. E allora vivo di memorie confuse, rintraccio frammenti della mia vita, e senza capirli li metto da parte o li mostro a chiunque abbia interesse, come dimostrazione di una esistenza che può mettersi a fuoco solo di rado, con iati che spesso valicano più orbite terresteri. Intrappolato in una capsula del tempo dove l’entropia si congela in una istantanea sfocata, sfoglio sedimenti di esistenza e recupero, a volte, fossili preziosi.
Tra questi un testo completo di meccanica piana scritto alcuni anni fa, in un momento di miglioramento. Si tratta di un volume di 1100 pagine (scritto a mano, ahimé), pieno di illustrazioni e di dimostrazioni anche non comuni (si veda ad esempio la discussione di giunti), che parte dalla cinematica del punto materiale e arriva ai metodi automatici di soluzione dinamica dei meccanismi. Il materiale è diviso in due volumi, che possono essere scaricati qui. Si tratta di un corso completo che può essere proficuamente studiato insieme a una raccolta di problemi meccanici risolti per via numerica che ho vergato meticolosamente nel medesimo periodo, reperibile qui. A complemento, è utile la mia raccolta di appunti sulle vibrazioni a un grado di libertà (qui).
Per chi fosse interessato alla estensione della trattazione a problemi dello spazio, il mio lavoro di archeologia del sé mi portò in un periodo a trascrivere al computer parte degli appunti di Meccanica Razionale del giovane studente dinoccolato che fui, solo una parte: lasciai fuori diversi approfondimenti sull’ellissoide di inerzia e trattazioni che ormai mi sfuggivano su altri meandri di questa scienza vetusta. La meccanica razionale, poco prima di sparire definitivamente, è stata la disciplina che più piacere e soddisfazione mi ha dato, fra tutte, e alle cui applicazioni (con gli strumenti del calcolo numerico) avrei dato senz’altro la mia piccola vita, dispersa ormai da decenni. La trascrizione, dicevo, è disponibile qui.
Altra trascrizione parziale, lunga e dolorosa, è stata quella degli appunti di meccanica dei solidi (o scienza delle costruzioni, più poeticamente) dei quali segnalo in particolare la trattazione sistematica dei sistemi reticolari piani come sistemi algebrici lineari, e dei criteri di sicurezza (espressione prosaica che non rende giustizia alla loro formulazione matematica) (qui).